
Diversi livelli di coscienza, diversi livelli di comprensione
Spesso ci capita di provare frustrazione nei confronti di qualche fratello che ancora ha difficoltà a comprendere determinate dinamiche che hanno caratterizzato, e che stanno caratterizzando, la società in cui noi tutti viviamo. Per quanto ci si possa sforzare in tutti i modi di annunciare la verità, o quantomeno un punto di vista divergente rispetto alla “narrazione ufficiale”, avviene che ci ritroviamo a parlare con un muro di gomma nei confronti del quale qualsiasi argomentazione, prove, dati di fatto, ragionamenti e via dicendo vengono inesorabilmente respinti, spesso con l’accompagno di un bel giudizio o accuse di vario genere.
Già, a volte è davvero frustrante, non tanto perché si è persa l’opportunità di far prevalere la propria opinione nei confronti dell’altro, non è questo il discorso e non sarebbe nemmeno giusto, bensì il fatto di non essere riusciti a far comprendere che, perseverando con un determinato atteggiamento o comportamento, l’altro rischia seriamente di finire male.
Sì, lo sappiamo, forse abbiamo utilizzato terminologie un po’ pesantucce, tuttavia crediamo sia necessario dare il giusto nome alle cose senza stare a prenderci in giro, e dinanzi a questi rifiuti di ascolto è altresì importante cercare di comprenderne l’origine.
Perché dunque, siamo diventati e stiamo diventando sempre più stolti di fronte a quanto sta avvenendo? Perché, con così disarmante facilità, andiamo dietro a qualsiasi cosa ci viene proposta senza avere nemmeno un briciolo di dubbio o senso critico? E infine, perché sta venendo sempre meno quel sano senso del discernimento che è in grado di farci aprire gli occhi dinanzi al precipizio nel quale questa umanità sta correndo spedita?
Con questo articolo cercheremo di dare risposte a queste domande le quali, come vedremo in seguito, provengono da diversi fattori tra cui ne spicca uno che riteniamo esserne il principale.
Non siamo uguali
O meglio, dal punto di vista spirituale sì che lo siamo. Tutti noi infatti siamo e saremo per sempre quella che potremmo definire essere una immensa famiglia spirituale, dove le diversità che ci caratterizzano appartengono soltanto alla manifestazione terrena che assumiamo all’atto dell’incarnazione, ciascuno in base alla propria economia evolutiva. Per tanto, sia che siamo di pelle bianca, nera oppure gialla o rossa, questa distinzione rappresenta unicamente la diversità dell’abitacolo vivificato dalla vera essenza spirituale che ci contraddistingue come dei veri e propri esseri divini.
Quindi, al di là delle apparenze, io che scrivo e tu che stai leggendo in verità siamo spirito, energia divina intelligente temporaneamente incarnata, ed il fatto che ognuno di noi stia affrontando diverse situazioni nel vissuto, più o meno difficili, altro non è che la risultante di tutte le esperienze passate che ci ha portato inesorabilmente ad affrontare quello che stiamo vivendo al fine di apprendere ed evolvere. In altre parole, noi tutti siamo fratelli, figli di un unico Dio Padre-Madre corrispondente al nome di Adonai discesi sul piano materiale per apprendere, attraverso le esperienze terrene, il vero significato del termine amore in relazione a tutte quelle leggi cosmico-spirituali che governano la creazione.

Questa premessa è necessaria al fine di comprendere il primo punto che va a giustificare le diverse capacità di comprensione presenti in ciascuno di noi, in quanto il pianeta che ci ospita è caratterizzato dalla presenza di una moltitudine varietà di livelli e differenze evolutive che distinguono un individuo dall’altro.
Proprio questa differenza genera, in primis, le diverse capacità di comprensione, poiché, tra la capacità di comprendere determinate cose e l’evoluzione c’è una netta corrispondenza. In sostanza, più uno spirito è evoluto maggiori saranno le sue capacità di comprendere in coscienza le diverse caratteristiche e i significati che si potrebbero condensare con il termine di vita. Il rifiuto del male, la costante ricerca della verità e la giustizia, il profondo senso critico, l’empatia, l’altruismo e l’etica nei confronti di questo mondo sono segni inequivocabili che nonostante il lungo cammino che ancora deve percorrere, questo spirito ha già acquisito e fatto proprie importanti lezioni manifestandole apertamente.
Viceversa, coloro che ancora sono stabili in un livello evolutivo più basso rimangono di fatto ancora preda del materialismo, del sensazionalismo e dei propri istinti e, teniamo a precisare, che sarebbe opportuno fin da subito mantenere a bada il proprio giudizio nei confronti di costoro, semmai si creda di essere già “arrivati”.
Allora comprenderai l’equità e la giustizia,
Proverbi 3: 9-10
e la rettitudine con tutte le vie del bene,
perché la sapienza entrerà nel tuo cuore
e la scienza delizierà il tuo animo.
Partendo dal presupposto che ognuno di noi ha un cammino da percorrere, e che su questo pianeta sono presenti diverse tipologie di evoluzione, chi è “alle prime armi” si trova in una condizione in cui deve affrontare le sue esperienze tarate sul suo piano di coscienza. Per tanto, costui avrà una capacità cognitiva limitata non nel senso erroneo che si potrebbe attribuirgli, bensì perché prima di arrivare a comprendere determinate questioni, deve percorrere il lento processo esperienziale al fine di porre le fondamenta necessarie sul quale edificare l’edificio della propria coscienza.
Volendo fare un esempio, a un bambino si inizia a insegnarli la matematica partendo dalla conoscenza dei numeri per poi passare alle operazioni semplici. Immaginate quindi una maestra che cerca di insegnare le equazioni a bambini di prima elementare, sarebbe impossibile! Ecco quindi che lo stesso processo avviene come conseguenza delle ripetute lezioni che vita dopo vita lo spirito incarnato apprende. Quindi, in riferimento alla parte introduttiva di questo articolo, quando si cerca di far comprendere una questione, un fatto, una notizia etc…, per quanto di importanza vitale possa essere e ci si accorge che si ha di fronte un mulo che ha piantato gli zoccoli si dovrebbe, semplicemente, passare oltre senza ulteriori storie, cercando soprattutto di non sottostare al gioco verbale che molto probabilmente sorgerà a causa della vostra predicazione.
“Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi” (Mt 7:6) Si raccomandò il Cristo, e lo disse non per insultare coloro che rifiutano chi vuole far luce nella loro coscienza, questa che ha usato è chiaramente una similitudine, in quanto il messaggio che ha voluto lasciare è che non è opportuno cercare di insegnare verso coloro che ancora non hanno la capacità di capire. Ancora non hanno…non che non ce l’avranno mai, semplicemente non è il loro momento ma in seguito arriverà.
Sempre il Cristo disse: “Beati i poveri in Spirito poiché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5:3) e questo per indicare che coloro che ancora non hanno la capacità di comprendere e intervenire attivamente sulla propria vita potranno proseguire il loro percorso evolutivo in pace in una delle innumerevoli altre “stanze” della casa del Padre, ossia in un altro pianeta.
L’altro aspetto che riguarda la dilagante stoltezza ha un’altra origine, ben diversa da quella appena descritta ed è legata saldamente nell’assecondare volontariamente ogni influenza del proprio ego e ogni concupiscenza materiale di questo mondo. La potremmo definire né più né meno come un effetto, e diversamente dalla povertà di spirito e quindi dall’incapacità di saper discernere, questa condizione genera un vero e proprio abisso di conoscenza dal quale non potrà che costruirsi e fortificarsi un modus vivendi deleterio e inqualificabile.